Collegare ad Internet uno Smartphone Android senza WiFi, 3G e 4G

Ovvero come avere una connessione Internet Via Cavo in Android

Vi siete mai chiesti se è possibile collegare ad Internet uno smartphone Android senza usare il WiFi oppure una Connessione Dati (2G/3G/4G)? La risposta è si, ed è possibile tramite un collegamento via cavo che può essere di due tipi: mediante cavo Ethernet LAN oppure tramite cavo USB
Nota: per ovvie ragioni, nel seguito ogni riferimento a smartphone Android varrà in modo analago per qualunque tablet Android.

CONNESSIONE VIA CAVO ETHERNET LAN

I cavi Ethernet LAN sono quei cavi che sono usati solitamente per connettere (almeno in un primo momento) il vostro modem/router ADSL o Fibra al vostro PC. Per effettuare un collegamento ad Internet del vostro dispositivo Android tramite cavo LAN occorrono però cinque requisiti, tre di tipo software ed due di tipo hardware.

   Il primo requisito di tipo software è che il vostro cellulare supporti la specifica OTG sulla porta USB, ovvero che permetta di utilizzare la porta USB anche in modalità HOST cioè permetta di collegare ad essa delle periferiche esterne come è possibile fare con le porte USB del PC (ad esempio una normale PenDrive/chiavetta USB). Solitamente questo requisito è difficilmente soddisfatto negli smartphone di fascia bassa e può essere non facile sapere se il vostro dispositivo lo supporta senza un'accurata ricerca su Internet.

    Il primo requisito hardware è invece quello di acquistare un adattatore USB OTG che una volta inserito trasformi la porta micro USB del vostro smartphone in una porta USB femmina di tipo "grande" come quella sui vostri PC. Solitamente si possono comperare per pochi Euro come qui.

   Il secondo requisito hardware è invece un adattatore USB ETHERNET LAN come quello qui, che va collegato dalla parte USB al precedente adattatore USB OTG (a sua volta connesso al cellulare) e dalla parte opposta ad una estremità del cavo LAN suddetto. Quest'ultimo a sua volta avrà l'altra estremità connessa ad una delle varie porte LAN del vostro modem/router ADSL/Fibra (oppure, in modo alternativo, alla porta ethernet del vostro PC che è già connesso a Internet con un'altra interfaccia di rete LAN o WiFi con la richiesta di impostare una ICS -- Internet Connection Sharing tra le due interfacce). Se il vostro router è lontano, non avete una casa già cablata e non volete un cavo LAN lungo decine di metri, potete usare i cosiddetti POWERLINE ETHERNET che trasportano il segnale del cavo LAN lungo la linea elettrica della vostra casa, permettendo di collegare "via cavo" anche stanze lontane e separate da diversi muri. Il loro funzionamento è immediato.

   Il secondo requisito software è che il vostro smartphone abbia preinstallati i driver per far funzionare l'adattatore USB ETHERNET LAN di cui abbiamo parlato sopra. Sapere se questo requisito è soddisfatto senza provare prima concretamente il collegamento è praticamente impossibile, per cui anche qui occorre una lunga ricerca su internet (che si conclude spesso con un nulla di fatto) per trovare eventuali esperienze di tentativi già effettuati da qualche internauta per il vostro specifico modello di smartphone. Se il vostro smartphone ha i driver preinstallati l'adattatore si accenderà una volta collegato ad un cavo lan connesso ad un router acceso.  Se il vostro dispositivo non ha i suddetti driver preinstallati, allora compilare e installarli manualmente per il vostro dispositivo risulta quasi sempre una procedura lunga e ardua che spesso e volentieri non da gli esiti sperati oltre a richiedere il "root" del vostro dispositivo.

   L'ultimo requisito, il terzo di tipo software, prevede che una volta collegati tutti i cavi e con l'adattatore USB ETHERNET acceso (ovvero nonostante i precedenti quattro requisiti siano soddisfatti), il sistema operativo del vostro smartphone sia impostato per riconoscere automaticamente la tipologia di connessione Ethernet e quindi acquisisca in automatico (DHCP) dalla rete un indirizzo IP valido per effettuare la connessione ad Internet. Questo non è affatto scontato. Può accadere infatti che l'indirizzo IP non venga acquisito automaticamente (nonostante il server DHCP attivo sul router) e quindi si rimanga disconnessi. Nel caso migliore invece può accadere la comparsa istantanea di un nuovo menu Ethernet nelle impostazioni generali del cellulare per il settaggio sia automatico che manuale degli indirizzi IP.

Se questo quinto requisito non è soddisfatto, è possibile aggirarlo effettuando il "root" del vostro dispositivo per poi, utilizzando un app per un terminale su Android, settare manualmente gli indirizzi IP della rete LAN da riga di comando ad ogni collegamento via cavo (o via script semi-automatici tramite Script Manager). Il "root" di un dispositivo Android consiste nell'acquisire i permessi di amministrazione del sistema operativo Android installato nel vostro smartphone rendendo possibile all'utente la modifica di alcuni file di sistema, operazione vietata di default dai produttori di cellulari, almeno dal quelli più conosciuti.

Purtroppo però la procedura di "rooting" presenta spesso due difficoltà. La prima è che occore una ricerca in rete della procedura esplicita necessaria e valida esclusivamente per il vostro modello di smartphone e per l'esatta versione del sistema operativo installato. Un qualunque errore nella procedura o versione potrebbe infatti rendere inutilizzabile il dispositivo, senza considerare che per i modelli di smartphone meno noti potrebbe risultare difficile trovare un metodo da utilizzare (è comunque un metodo per aggirare una limitazione di fabbrica imposta dai produttori). La seconda difficoltà è che spesso fare il "root" del dispositivo equivale a perdere la garanzia del vostro terminale e non sempre funzionano i vari metodi per ritornare ad un sistema operativo pulito senza "root". Inoltre alcune app non funzionano con i permessi di "root" abilitati, come note app di streaming TV come Mediaset Premium Play, Sky Go, oppure app bancarie o per metodi di pagamento come Android Pay, oppure ancora app giochi come Pokémon GO. Esistono dei metodi per aggirare queste incompatibilità ma non sempre funzionano ed il risultato finale dipende in genere da dispositivo a dispositivo. Oltre al fatto che questi metodi spesso hanno breve durata, perché i produttori delle app prendono velocemente le contromisure necessarie.

Quindi, in ultima analisi, per collegare ad Internet uno smartphone con cavo LAN il modo più veloce è "provare se funziona", dopo aver comprato per poco più di 10 Euro (se non li si hanno già) i due adattatori necessari. Segnalo che esistono anche degli adattatori che sono delle versioni 2 in 1, ovvero un unico adattatore che fa sia da adattatore OTG che Ethernet, come ad esempio questo qui.

Va segnalato che se siete tra i fortunati a cui tutto funziona al primo colpo, nella maggioranza dei casi potrete collegarvi ad Internet utilizzando la maggioranza delle app principali come Chrome, Browser e WhatsApp ma non con tutte, come ad esempio Gmail, Youtube o Telegram. Questo perché molte app prima di avviarsi controllano la presenza di connessioni wireless (come WiFi o Dati) non riconoscendo altri tipi di connessioni di rete, e a volte oltre a non funzionare non si avviano per nulla. Ciò nonostante tramite Chrome sarà comunque possibile accedere ai rispetti siti Web che hanno spesso le stesse o più funzioni delle app corrispondenti, come mail.google.com, m.youtube.com, web.telegram.org ecc. Il download delle App via Google PlayStore invece non è possibile. Queste "limitazioni" possono essere eventualmente superate installando il modulo Xposed "Hack Connectivity Service" (che simula una connessione WiFi attiva sul dispositivo) dopo avere però effettuato il "root" del dispositivo.

Ultimo aspetto da considerare è che lo smartphone durante questo tipo di collegamento normalmente scarica la sua batteria (a volte anche abbastanza velocemente). Per pochi modelli tuttavia la scarica potrebbe arrestarsi o addirittura passare in fase di carica interponendo un hub USB alimentato (ovvero con un alimentatore esterno collegato ad una presa di corrente) tra l'adattatore OTG e l'adattatore ETHERNET, oppure un adattatore USB a Y come questo (o simili) con l'estremità rossa collegata ad un normale caricatore USB a 5V per cellulari. 

Un esempio di dispositivo Android con cui il collegamento via cavo LAN funziona subito semplicemente inserendo adattatori e cavi nelle rispettive prese senza alcuna modifica software o "root" del dispositivo nè l'uso di alcuna app per il settaggio è l'Asus Fonepad 7 (modello ME373CG testato con Android 4.3, anno 2014). Tra l'altro in questo modello (ormai un pò datato) compare in automatico alla connessione un nuovo menù Ethernet nelle impostazioni di Android e in più si collegano a Internet tutte le app comprese i vari Youtube, Gmail, Telegram, e i download via Google PlayStore ecc.

Un altro esempio molto più recente di dispositivo Android con cui il collegamento via cavo LAN funziona subito con la sola connessione di cavi e adattatori è l'Asus Zenfone 2 (modello ZE551ML testato con Android 5.0, uno dei best buy di fascia media dell'anno 2015 e inizio 2016). In questo caso però si ha la "limitazione" riguardo le app che riconoscono la nuova connessione via cavo come detto su (via Chrome è possibile accedere a tutto, rimane comunque il problema di download e aggiornamenti via PlayStore).

Un esempio invece dove i collegamenti funzionano subito ma occorre effettuare il "root" per settare manualmente l'indirizzo IP della connessione Internet via cavo, altrimenti questa rimane inconfigurata e inaccessibile, è il tablet ASUS Memo Pad 8 (modello ME180A con Android 4.2.2, fine anno 2013).

Due esempi che supportano l'OTG (con cui collegare tastiere esterne o "chiavette" USB) ma non hanno invece i driver preinstallati per l'adattatore Ethernet sono invece l'Asus Zenfone Selfie (modello ZD551KL testato con Android 5.1, fine anno 2015) ed il famoso Samsung S3 (modello I9300 anno 2012, su cui però si trovano in rete delle procedure non banali che permetterebbero il funzionamento via cavo LAN una volta effettuato il "root" del dispositivo).

Infine un esempio dei tanti dispositivi che non supportano nemmeno il primo requisito, ovvero l'OTG, è lo smartphone Acer E2 DUO (anno 2013 con Android 4.2.2).

Si noti che in tutti gli esempi funzionanti sopra riportati il dispositivo si scarica durante il collegamento.

CONNESSIONE VIA CAVO USB  --  USB REVERSE TETHERING

Veniamo ora al secondo metodo, quello via cavo USB. Per cavi USB si intendono i normali cavi dati in dotazione con il vostro smartphone che ne permettono la ricarica e il trasferimento dati se collegati ad un PC. Tale tipo di connessione è detta Reverse Tethering USB perchè è letteralmente l'inverso dell'analoga funzione detta appunto Tethering USB presente in Impostazioni -- Wireless e Reti -- Tethering del vostro dispositivo Android. Così come il Tethering USB permette al vostro PC di collegarsi ad Internet sfruttando la connessione dati del vostro cellulare tramite cavo USB, così il Reverse Tethering USB permette al vostro cellulare di collegarsi ad Internet sfruttando la connessione del vostro PC (che ad esempio è connesso al vostro modem/router ADSL o FIBRA via cavo LAN o magari WiFi) mediante appunto il cavo USB.

   Lo svantaggio principale quindi rispetto al metodo con cavo LAN è la richiesta di avere un computer connesso ad Internet nelle vicinanze che serve a condividere la propria connessione con il dispositivo Android. Tale computer richiede ovviamente almeno una configurazione preliminare per fungere allo scopo. Se vi collegate spesso vicino ad un PC acceso basterebbe poi un semplice cavo USB lungo magari un paio di metri per togliere ogni scomodità, come ad esempio questi (che sono giusti se il vostro cellulare fa uso del connettore micro USB classico e non del nuovo modello USB Tipo-C). Potete però usare dei micro PC con installato Linux anziché il solito Windows come computer che condivide la propria connessione al costo di 20 euro scarsi più accessori. Ad esempio il modello Orange Pi PC. Il vantaggio oltre al prezzo esiguo è che sono piccoli quanto una carta di credito e quindi sono facilmente collocabili nei posti che più aggradano oltre al fatto che sono sufficientemente potenti da poter essere usati per vari altri scopi come ad esempio quello di media center con il famoso programma Kodi per vedere ogni formato di film su una TV via cavo HDMI. 

L'USB Reverse Tethering presenta però numerosi vantaggi.

  Il vantaggio fondamentale è che esiste un modo gratuito funzionante con tutti i dispositivi Android che non richiede il delicato "root" del dispositivo (vedi a riguardo i commenti sul "rooting" nella sezione precedente).

   Il secondo vantaggio è che il cellulare o tablet si ricaricherà durante il collegamento.

  Il terzo vantaggio è che la "limitazione" della maggioranza dei dispositivi senza "root" riguardo il non riconoscimento della connessione via cavo di alcune app come il PlayStore durante il download può essere aggirato "al volo" abilitando temporaneamente la Connessione Dati (o al limite quella WiFi) del dispositvo. Occorre però precisare che nessun dato passerà lungo la linea Dati (o Wifi), non consumando quindi il vostro traffico prepagato e riducendo al massimo l'inquinamento da onde elettromagnetiche emesse dal cellulare. La massima potenza di trasmissione di microonde emesse dal vostro cellulare si ha infatti durante lo scambio continuo di dati sulla rete mobile o wireless (quindi ad esempio con 3G attivo e navigazione internet su tale rete) al contrario di quando semplicemente la connessione Dati (o WiFi) è attivata ma interagisce solo per la cattura del segnale ed il saltuario scambio di informazioni con la rete in modo analogo alla differenza che c'è quando si effettua una chiamata al telefono rispetto a quando invece il segnale è agganciato ma nessuna chiamata è attiva. Senza contare che per la maggior parte del tempo si potrà stare connessi (per esempio usando un Browser come Chrome o WhatsApp per i messaggi) con il telefono eventualmente in modalità AEREO. Con quindi zero inquinamento elettromagnetico e batteria sempre carica.

Ho scritto pertanto delle guide per ottenere l'USB Reverse Tethering tra un dispositivo Android senza "root" ed un computer Linux, che permette di sfruttare la connessione internet di quest'ultimo dal dispositivo Android. La guida più rapida da seguire è quella che trovate qui. Essa ha la sola limitazione di funzionare con un solo dispositivo Android connesso al PC per volta. Basta semplicemente avere installato un sistema Linux come Ubuntu su PC oppure tramite Live USB persistente (quindi senza modificare il disco rigido del vostro PC), oppure ancora un Orange Pi PC con il sistema Armbian caricato nella sua memoria SD (oppure ancora il più famoso ma più caro Raspberry Pi con Raspbian installata), e quindi aprire una finestra del terminale Linux in cui copiare e incollare i comandi in blu che vedete nella guida e premere invio (l'unica cosa di cui ricordarsi è che alla richiesta password per il comando "sudo" occorre digitare la password di login del vostro username su Linux). Dopo il riavvio di Linux e l'installazione di un app gratuita su Smartphone basterà connettere il cavo USB tra i due e tappare un paio di volte con il dito sullo schermo del vostro dispositivo Android per connetterlo velocemente ad Internet senza WiFi o 2G/3G/4G accesi permanentemente! Se poi avete l'esigenza di collegare più smartphone contemporaneamente con un solo PC che condivide la connessione, allora potete seguire la guida spiegata nel dettaglio qui o la sua evoluzione automatizzata qui, che sono facilmente estendibili a device multipli.

Aggiornamento: ho scritto una guida per gli utenti Windows 10 qui.

Nota: l'USB Reverse Tethering può anche essere ottenuto con una minima configurazione sul PC, ma in tal caso necessita del "root". Se sei interessato vedi qui.

22/11/2016